L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus ci ha costretti a fermarci, applicando il distanziamento sociale ed interrompendo bruscamente la maggior parte delle attività che costituivano la nostra routine quotidiana. Covid-19 e sostenibilità ambientale sono sicuramente i temi che hanno caratterizzato l’anno 2020 fino ad ora. Ma cos’hanno in comune?
In effetti, l’esplosione della pandemia ha avuto un impatto non solo sulla nostra salute, sull’economia o sulle nostre abitudini, ma anche sull’ambiente. Questo perchè abbiamo appunto interrotto molte delle attività che erano fonti primarie di inquinamento ambientale.
Ad esempio, nelle città si sono ridotti drasticamente i livelli di inquinamento ambientale dovuti alle polveri sottili emesse dalle automobili. Questo perchè, in effetti, per quasi due mesi la maggior parte dei lavoratori non si è recata sul luogo di lavoro e per questo non ha utilizzato l’automobile.
Anche smeup, come molte altre aziende italiane, ha infatti attivato immediatamente la modalità del lavoro da remoto per poter garantire una continuità operativa e assicurare allo stesso tempo la massima sicurezza sanitaria per i propri collaboratori, clienti, fornitori e partners. L’azienda ha potuto attuare la pratica dello smart working fin dall’inizio dell’emergenza, poichè tutti i collaboratori erano già dotati di computer portatili e strumenti di collaborazione digitale. Avendo 14 sedi dislocate nel Nord e Centro Italia e molte figure Sales e Delivery al proprio interno, i viaggi e le trasferte verso i clienti o verso altre sedi del Gruppo erano molti.
Nei due mesi di lockdown i viaggi hanno subito una riduzione del 93,63%, con un numero di trasferte pari al 6,3% rispetto allo scorso anno. In questo senso, in questo periodo di lavoro da remoto sono stati risparmiati 550.000 km di viaggi in automobile rispetto allo stesso periodo nel 2019.
A questo dati andrebbero poi aggiunti anche gli spostamenti ufficio-casa, anch’essi effettuati per la maggior parte in automobile. Prendendo ad esempio una delle sedi del Gruppo che conta in media 100 persone che lavorano ogni giorno al suo interno. Ogni collaboratore per raggiungere la sede di lavoro percorre, in media, 50 km al giorno. Questo significa che in questo periodo di lockdown sono stati evitati circa 250.000 km trascorsi dalle risorse in automobile, che sommati a quelli delle trasferte risultano essere circa 800.000 km non trascorsi in automobile in questo periodo. Questo significa un grande impatto positivo alla situazione ambientale: potremmo stimare che in questi due mesi di lavoro da remoto siano stati risparmiati 152.000 kg di Co2.
Certo, quando l’emergenza Coronavirus sarà terminata e potremo tornare a lavorare in ufficio, tutto tornerà come prima… o forse no?
Questo periodo di lockdown sicuramente ci ha fatto riflettere sulle cose che veramente sono essenziali e su quelle che lo sono di meno, portandoci a riconsiderare molti aspetti della nostra routine quotidiana che non ci eravamo mai soffermati ad analizzare veramente. La sostenibilità ambientale è uno di questi ed è stata, tra l’altro, uno dei temi chiave del 2019 e dell’inizio del 2020. Ecco quindi un esempio di cose a cui possiamo rinunciare per il bene del nostro pianeta: l’uso smodato dell’automobile. Dovremmo infatti chiederci: tutte le trasferte che facevamo prima erano essenziali? la risposta sicuramente sarà: per la maggior parte no, ma alcune si. Questa è quindi la chiave con cui dovremmo riprogrammare le nostre abitudini per il futuro: imparare ad identificare cosa è veramente essenziale e cosa possiamo fare in una modo diverso, più smart e più sostenibile.
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