Il virus ci sta dimostrando che per proteggerci siamo capaci di enormi e veloci cambiamenti e che il vero progresso per il Retail sostenibile è nel segno della sostenibilità e della digitalizzazione.
Con la crescita delle preoccupazioni sanitarie ci interroghiamo su una “nuova normalità”: ci faremo carico della crisi climatica? Saremo più vicini o più lontani?
I filosofi ci elencano una serie di analogie tra la crisi legata alla pandemia e la crisi climatica:
– entrambe sono invisibili e possono essere negate da qualcuno
– gli effetti sono universali e tutti possiamo contagiare e inquinare
– le disuguaglianze sono in aumento e i più esposti sono i più deboli
– le soluzioni sono globali, che si tratti di vaccino o di mitigazione.
E’ il momento di risolvere non una, ma due crisi.
Quindi perchè non provarci prima che in terapia intensiva ci finisca Madre Terra?
Anche l’Economist in queste settimane insiste affinchè la pandemia serva da acceleratore nella lotta contro la crisi climatica.
Siamo finalmente consapevoli che le basi della nostra prosperità sono precarie e che disastri a lungo ignorati ci possano colpire in qualsiasi momento senza preavviso, scombussolando le nostre certezze e sconvolgendo le nostre vite.
I danni del climate change saranno più lenti di quelli della pandemia, ma saranno più massicci e duraturi e i leader mondiali devono mostrare coraggio per trovare una soluzione al disastro ambientale.
Potremo ritrovarci in un mondo nuovo che migra da uno scenario fatto di “tutti contro tutti” in cui lo ”shutdown” è la normalità accettata, allo scenario di un mondo totalmente resiliente e anti fragile nel quale l’umanità agisce con saggezza, consapevolezza e solidarietà a crisi economiche e sanitarie.
Una delle domande che il Retail sostenibile si sta ponendo, preoccupato dalla crisi economica a seguito della pandemia, è se sarà davvero disposto ad accettare costi e cambiamenti di comportamento necessari per l’attenuazione e l’adattamento.
Imprescindibili per il Retail sostenibile, gli investimenti rivolti all’innovazione nelle attività produttive, alla tutela dell’ambiente e ad accrescere i livelli di conoscenza e cultura nella ricerca.
Retail sostenibile e capitale umano
I consumatori hanno cambiato il modo in cui interagiscono con prodotti e servizi nel mondo del retail.
E-commerce, App e messaggi di testo offrono infinite possibilità per iniziative di comunicazione sostenibile, ma per definirsi Retail sostenibile e spiccare rispetto ai diretti competitors è necessario fare un passo in più nell’attenzione alla sostenibilità ambientale.
Retail sostenibile e riciclo
La pandemia ci sta fornendo un provvidenziale memo per ri-connetterci con la natura, difendere l’ambiente e ridurre il nostro impatto sul pianeta.
Si stanno imponendo nuovi modelli di business che guideranno il cambiamento nel comportamento da parte dei consumatori che avranno sempre più coscienza ecologica.
I Retailer sostenibili di beni di consumo hanno avuto esperienze di successo con il riciclo in-store: tornare alle origini spesso aiuta imprenditori e brand a comunicare meglio la loro attenzione per l’ambiente, coinvolgendo i consumatori e aumentandone le vendite.
Riciclo, riuso e reimpiego, infatti, sono aspetti accessibili e facilmente comprensibili di sostenibilità ambientale per i consumatori e che offrono benefici al Retail sostenibile su molti fronti, con effetti duraturi sia sull’immagine aziendale che sull’aumento di traffico in negozio.
Il packaging per i Retailer sostenibili
Tutto è energia e ogni oggetto o azione ha un impatto sull’ambiente.
Spogliarsi dell’inessenziale ed essere sostenibili sia per l’ambiente che per le tasche vuote degli italiani, sta orientando le agenzie a studiare nuovi packaging che dovranno essere desiderabili ed ecosostenibili.
Brand che hanno scelto packaging riciclabili per i loro prodotti inducono i consumatori a preferirli in quanto impegnati in cause sociali a discapito di altri che non mostrano questa sensibilità.
Marketing nel Retail sostenibile
E’ ormai noto che, soprattutto in questo periodo, i consumatori sono disposti a pagare di più per prodotti e servizi sostenibili ma è anche vero che, mentre performance, costi e credibilità restano fattori determinanti e che si inseriscono tra il consumatore e il suo desiderio di “fare la cosa giusta”, rafforzare la brand loyalty per il Retail sostenibile è essenziale per aumentare le proprie vendite rispetto a Brand più conosciuti.
Coniugare tradizione, innovazione e sviluppo tecnologico
Per definirsi Retailer sostenibili si deve dare spazio anche alla progettazione di spazi adibiti alla vendita con una logica di risparmio di materie e di energia unita a strategie di sviluppo dell’attività orientate a sostenibilità economica e sociale.
Luce, disposizione di arredi e prodotti, scelta dei materiali riciclati, arredi di recupero della tradizione artigianale italiana, sono approcci sostenibili alla progettazione di spazi che puntano a raggiungere risultati ottimali riducendo gli sprechi con un costo ambientale quasi ormai pari a zero.
La sostenibilità non è un’opzione, è un dovere etico e al contempo una strategia imprescindibile per lo sviluppo
Sta assumendo un’importanza centrale il bisogno etico delle persone di essere in equilibrio con la natura e sapere che le loro scelte di acquisto rispettano l’ambiente.
Il Covid-19 ci sta facendo prendere consapevolezza che la cosiddetta normalità era parte del problema, dunque non più la meta a cui mirare nuovamente.
Obiettivo del mondo imprenditoriale e produttivo ora è impegnarsi nella costruzione di un futuro sostenibile per una nuova normalità.
Retail sostenibile: sfide mai immaginate prima
Il momento è dirompente, siamo passati nel giro di un battito d’ali da folle nei centri commerciali e nei locali della movida cittadina a immense piazze deserte e silenzio assordante.
C’è bisogno di fare rete e avere visioni e obiettivi comuni di lungo periodo seguiti da azioni coraggiose da parte del mondo Retail che sta già mettendo in circolazione idee, esperienze e progetti sperimentali, tutti all’insegna del made in Italy.
La vera sfida non è più decidere come dividere fisico e digitale ma come integrarli trasformando velocemente gli attuali modelli: il negozio deve digitalizzarsi e il digitale deve umanizzarsi.
Retail sostenibile e customer engagement
La consapevolezza dei consumatori è aumentata sensibilmente e le aspettative dei giovani, dei dipendenti e di tutti gli stakeholder sono molto alte: se non stai facendo gli interessi del pianeta, non stai facendo nemmeno i loro.
Che si tratti di fare beneficenza sostenendo dipendenti e clienti in difficoltà o di praticare la sostenibilità ambientale, i Retailer devono essere consapevoli che i clienti stanno tenendo d’occhio i loro brand preferiti per verificare se sono attivi sul fronte ambiente e sostenibilità.
La comunicazione tra Retailer sostenibili e clienti
Non più stereotipi.
Queste giornate senza adrenalina ci costringono a riflettere che chi produce, vende o compra deve avere un comune denominatore: responsabilità, rispetto, onestà intellettuale e professionalità. Termini che dopo la pandemia non saranno più “di moda” ma “la Moda”.
Nonostante l’incertezza, il Retail sostenibile ha già iniziato ad affrontare la crisi e coloro che la supereranno saranno quelli che avranno saputo fare buona comunicazione e saranno rimasti vicini ai loro clienti.
Sarà più rilevante cosa e come i Retailer comunicheranno e quanto la comunicazione sarà efficace nel rassicurare e interpretare i bisogni dei consumatori e nel convincerli, emozionarli e attrarli rispettando i fondamenti della realtà condivisa e della sostenibilità.
Retailer sostenibili nel settore alimentare
In questi mesi di emergenza non sono certo mancate situazioni critiche a livello di assortimento e, con l’ecommerce in crescita e in difficoltà per l’eccesso di domanda di alcuni prodotti, anche il retail alimentare non si è fermato.
Ha confermato una volta di più il suo radicamento sul territorio e il suo ruolo sociale reagendo tempestivamente alle necessità dei consumatori e alle richieste del Governo su interventi alle fasce più deboli della popolazione.
Numerosi sono i casi di generosità registrati da parte di influencer, imprenditori e singole catene, ma ora è arrivato il momento di chiedersi cosa stiamo imparando e cosa impareremo da questa situazione.
Come cambierà il Retail dopo la pandemia?
Si è rafforzato in tutti noi il senso di responsabilità e solidarietà.
Un nuovo approccio con lo sguardo rivolto a un futuro più responsabile, fatto di qualità e non quantità, e che rallenti i ritmi di produzione per tornare a dare valore alla creatività e alla sostenibilità.
La grande lezione che ci sta dando il covid-19 è il risveglio della coscienza dell’etica comune.
Ci stiamo ponendo finalmente il problema di quanto inquinamento va nell’aria e di quante persone vengono sfruttate ogni giorno per garantire le nostre “comodità”.
Dopo che siamo stati messi in ginocchio da nemici invisibili e potenti come il virus e la paura, non possiamo più prescindere dalla qualità a discapito dell’ambiente che ci chiede di essere attenti, di evitare gli sprechi e di anteporre il bene e la salute pubblica al mero profitto.
Siamo tutti orgogliosi di appartenere a un mondo dove, senza esitazione, Brand famosi come Gucci, Armani e Prada ma anche piccole, medie e micro imprese, hanno prontamente riconvertito i loro macchinari per iniziare a produrre camici, mascherine e altri dispositivi di protezione individuale per la sanità e fatto generose donazioni.
Orgogliosi di un mondo dove, non solo medici, infermieri e tutti coloro che lavorano negli ospedali ma anche chi lavora nelle farmacie e nei supermercati è diventato un eroe in prima linea in questa pandemia.
Parliamo di coloro che entrano in contatto con il pubblico, come cassieri, addetti agli scaffali e addetti al magazzino che mettono a rischio la loro salute.
Al di là dell’angoscia nelle immagini delle città deserte, abbiamo riscoperto la Grande Bellezza della nostra penisola con il forte desiderio di volerla proteggere, difendere e preservare.
Ed eroicamente in prima linea, tutti insieme, ognuno facendo la propria parte dove “nessuno si salva da solo” come nella bellissima solitaria preghiera di Papa Francesco a San Pietro.
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