La crescita del mondo digital e della conseguente nascita del digital marketing ha portato le aziende a trasformarsi e adattarsi ad un nuovo modo di comunicare con i propri clienti sfruttando l’avvento dei social media.
Oggi le branche del marketing sono innumerevoli e tra queste spicca l’influencer marketing che sfrutta l’audience di un influencer per aumentare il valore del proprio brand e il volume dei propri profitti.

Cos’è l’influencer marketing

Come già detto l’influencer marketing è una forma di marketing che, come dice la parola stessa, si basa sull’influenza che un soggetto ha sul potere d’acquisto di un gruppo di persone dette audience o followers; un po’ come i Testimonial negli anni ‘90 anche se con alcune differenze fondamentali che vedremo in seguito.

Quindi l’influencer marketing andrebbe sempre previsto tra le voci di budget della tua campagna perché sfrutta al massimo i nuovi canali di comunicazione e soprattutto si basa sul concetto del consumatore al centro che di questi tempi è essenziale per avere successo.

Per semplificare ulteriormente ecco la regola delle 4 R:
Reach; numero di follower a cui un influencer si rivolge attraverso i social;
Relevance; focalizzazione della comunicazione in base alla rilevanza che un brand detiene rispetto a una certa audience combinata alla rilevanza dell’influencer rispetto alla propria audience.
Resonance; capacità di evocare sentimenti, emozioni e valori che siano condivisi dall’influencer e dai suoi seguaci (è questa la sostanziale differenza tra Influencer e Testimonial anticipata in precedenza);
Relationship; relazione che ogni brand vuole instaurare con l’influencer scelto

Monitoraggio Influencer Marketing: KPI e Benchmark

È importante creare una buona strategia di influencer marketing ma per capire realmente se si tratta di un successo c’è bisogno di monitorarne l’andamento.
Esistono degli indicatori chiamati KPI (Key Performance Indicator) in grado di aiutarti nel controllo delle prestazioni della tua campagna:

Conversioni; il monitoraggio del tasso di conversione è utile per capire quante persone hanno effettivamente svolto l’azione prevista dalla campagna; infatti non sempre l’obiettivo è l’aumento delle vendite, altri obiettivi potrebbero essere l’iscrizione alla newsletter, i click su un determinato link, il like alla pagina Facebook, ecc…
In qualsiasi caso questo KPI ti aiuterà a monitorare l’azione compiuta dai visitatori.

Traffico di referral; rappresenta il traffico che la campagna porta al sito; lo strumento più utilizzato per monitorare questo aspetto è Google Analytics.
Inoltre in questo punto rientrano anche altre analisi come:

  • Nuovi visitatori
  • Fonti di traffico
  • Tempo di permanenza sul sito
  • Ecc…

Crescita del pubblico; può capitare che il primo passo verso l’obiettivo venga compiuto, arrivare sul sito dell’azienda, ma poi il cliente non si dimostra interessato e abbandona la pagina dimenticandosi di te.
Se succede l’obiettivo di crescita del pubblico non viene raggiunto, è necessario capire quanti visitatori rimangono effettivamente in contatto con l’azienda e quanti se ne dimenticano.

Engagement; una volta capito quanti utenti abbiamo raggiunto dobbiamo capire anche in che modo ci siamo riusciti; l’engagement serve esattamente a questo ed è determinato da diversi fattori come: Mi Piace, condivisioni, visualizzazioni di video, citazioni del marchio.

L’importanza del benchmark

Tutta questa analisi dei KPI potrebbe risultare inutile senza la creazione di un benchmark; grazie a questa metodologia è infatti possibile confrontare i dati della campagna in corso con i dati precedenti all’inizio della stessa.
È questo l’unico modo per capire se ci sono miglioramenti evidenti che vanno a giustificare gli investimenti fatti oppure se ci sono degli errori o miglioramenti da apportare.

Consigli e insidie dell’Influencer Marketing

Consigli pratici:

  • Crea una strategia ben pensata; obiettivi, target, tempistiche
  • Spendi del tempo per cercare l’influencer adatto; non fermarti al primo che ti capita, trova quello giusto per te anche se non è troppo famoso l’importante è che abbia un buon rapporto con la sua audience
  • Monitora costantemente la tua campagna; individua punti di forza e debolezza e se possibile modifica la strategia in corsa

Insidie:

  • Influencer inadatto; può capitare che un soggetto sia molto attento alla relazione con la sua audience ma dal momento in cui comincia la tua campagna diventi troppo “venditore” e poco “comunicatore” (il vero potenziale dell’influencer è lo storytelling)
  • Tasso di engagement; non sempre chi ha tanti follower è la scelta migliore, anzi di recente sono i micro-influencer a fare la fortuna delle aziende, questo perché hanno la capacità di interagire di più con la propria community e consentono alle aziende un maggior ritorno in termini di immagine e branding
  • Partnership e contenuti non autentici; il pubblico capisce quali sono le collaborazioni che funzionano, se l’influencer tende a spaziare ovunque difficilmente sarà credibile, meglio uno specializzato che non ha mai cambiato argomento o fatto collaborazioni non inerenti al suo ambito (è una questione di coerenza)
  • Infrazione della legge; i contenuti sponsorizzati vanno sempre segnalati, tra le azioni consigliate c’è quella di inserire un semplice hashtag come #Ad o #sponsored
  • Acquisto di follower; come già detto prima meglio concentrarsi sulla relazione che c’è tra influencer e followers piuttosto che sul numero di seguaci, questo perché potrebbero anche essere comprati e falsi

È chiaro che questo nuovo modo di fare marketing abbia portato tante novità e altrettante incertezze nelle menti dei marketer, per non incappare in errori evitabili è importante ricordare i 3 attori principali dell’influencer marketing: brand value, la crescita del tuo brand; l’influencer, colui che ti aiuterà, attraverso il suo canale, ad avvicinarti al terzo ed ultimo attore; i followers, coloro che nel concreto generano i profitti.

Published On: Settembre 26th, 2020 / Categories: News da smeup / Tags: /

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