È fissata per il prossimo aprile 2020 l’obbligo della fattura elettronica europea per tutte le amministrazioni pubbliche europee.
La Direttiva 2014/55/UE “Fatturazione elettronica negli appalti pubblici” introduce delle direttive solo per le pubbliche amministrazioni, rendendo obbligatoria la ricezione di fatture elettroniche che rispettino determinate condizioni tecniche e, come già avvenuto in Italia ed alcuni paesi europei, ad inviare alla PA solo le suddette fatture.
A partire dal 18 aprile 2020 entrerà l’obbligo della fattura elettronica europea per tutte le pubbliche amministrazioni, incluse quelle locali, di ricevere ed elaborare fatture nei formati Xml Ubl 2.1 e CII 16B conformi alla norma tecnica europea EN 16931, di fatto questa norma è un’estensione dell’obbligo già in vigore dal 18 aprile 2019.
L’Italia, come altri Stati europei, ha adottato e imposto un formato proprietario nazionale che è Fattura PA, fattura utilizzabile solo per scambi intracomunitari o extra UE, una scelta che ha consentito un’applicabilità immediata e rapida, ma che presenta degli enormi limiti che consentono una digitalizzazione solo parziale e che non permette di sfruttarne a pieno i benefici, ma bensì, in alcuni casi, può portare addirittura ad un peggioramento della performance creando parecchi colli di bottiglia nella gestione.
La Direttiva segue invece un approccio con una struttura ben definita che supera tutti i limiti del formato proprietario nazionale Fattura PA, che si basa sull’utilizzo di uno standard già adottato in ambito internazionale e già implementato in molte realtà pubbliche in Europa col progetto PEPPOL.
Anche se la Direttiva in sé indirizza solamente la fattura elettronica europea, questa viene correttamente inserita all’interno del progetto come snodo tra i vari processi che si basano su di essa, definendo un percorso di progressiva digitalizzazione di tutti i processi che, progressivamente, portano alla fattura, un esempio è la gestione degli ordini, conferme e documenti di trasporto, con conseguente gestione completa dei sistemi di pagamento.
Formato europeo, in cosa consiste
Il formato europeo, nella versione XML UBL consente di utilizzare oltre 60 tipologie di documenti, il passo obbligato sarà quello di passare allo standard XML UBL 2.2 che consentirà di gestire 80 tipologie di documenti, supportando completamente tutte le fasi del ciclo dell’ordine e facilitando l’attività di riconciliazione dello stesso.
L’associazione, senza scopo di lucro, OpenPeppol (Paneuropean public procurement online) promossa in Italia da AgID, in qualità di Authority Peppol nazionale, fornisce supporto e consente di utilizzare l’architettura standard che in Europa coglie i benefici dell’utilizzo del formato europeo e dell’XML UBL.
A livello nazionale, le specifiche Peppol per l’ordine elettronico, sono state prese come riferimento per le regole tecniche del sistema NSO – Nodo smistamento ordini di acquisto delle amministrazioni pubbliche.
Stefano Iotti
Sistemista Consulente Applicativo – smeup
My LinkedIn Profile
Naviga per categoria:
Seleziona una categoria d’interesse dal nostro magazine