L’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus hanno imposto l’adozione di misure drastiche da parte del Governo per contenere l’espansione del contagio.
Queste hanno implicato la necessità di attuare il distanziamento sociale e la conseguente chiusura di negozi e attività commerciali in generale. Il settore delle vendite ha subito quindi una battuta d’arresto non indifferente, ma non totale.
I vantaggi
L’esperienza d’acquisto si è infatti spostata online grazie alla presenza dell’ e-commerce, modalità di acquisto online ormai piuttosto diffusa tra le aziende del settore Retail, che si stanno muovendo sempre più verso l’omnicanalità. Il commercio al dettaglio è infatti espressamente previsto dal DPCM emanato dal Governo l’11 marzo 2020 per qualsiasi tipologia di prodotto, se effettuato via internet. Gli acquisti via internet si inseriscono infatti nella tendenza delle aziende di offrire ai consumatori un’esperienza multicanale, per poter consentire loro di scegliere le modalità di acquisto che meglio rispondono alle proprie esigenze. L’e-commerce oggi si è evoluto in maniera sinergica con la presenza degli store fisici, offrendo un servizio coerente e in sintonia con quello offerto all’interno dei negozi fisici.
In questo periodo in cui tutti i punti vendita, ad eccezione di quelli a scopo alimentare, sono chiusi, le vendite possono quindi proseguire attraverso gli acquisti online. I consumatori possono quindi soddisfare necessità e piccoli sfizi attraverso questi canali, che garantiscono la consegna delle merci anche se con qualche dilazione dei tempi di spedizione.
I possibili problemi per le aziende
E’ da considerare il fatto che questo non vale per tutti i settori: infatti l’incremento massiccio dell’utilizzo dell’e-Commerce ha riguardato prevalentemente il settore della moda, mentre è stata molto più moderato per altri settori merceologici. Molte realtà imprenditoriali, soprattutto quelle di piccole dimensioni o quelle che operano in assenza di magazzino o con un magazzino ridotto. Questa situazione si ripercuote inevitabilmente sulla capacità delle aziende di vendere beni e prestare servizi e di rispettare gli obblighi contrattuali in essere.
Come evitare quindi il verificarsi di contenziosi?
Una prima cosa utile da fare per le imprese che stanno vivendo questo tipo di problematica è sicuramente specificare espressamente che le vendite sono limitate alla sola disponibilità dei prodotti a magazzino. Potrebbe essere doveroso specificare anche che, nel momento in cui le giacenze di magazzino terminassero, potrebbe rendersi necessaria la risoluzione o la modifica di eventuali contratti in essere.
Un’altra azione utile a prevenire contenziosi e salvaguardare i contratti in essere è quella di comunicare tempestivamente agli interessati una comunicazione per informarli degli eventi e delle ragioni che potrebbero impedire all’impresa di assolvere a tutte le azioni ed obbligazioni previste dal contratto stesso. L’azienda, contestualmente, potrebbe anche proporre una ridefinizione o una sospensione dei termini del contratto nel caso in cui la situazione dovesse impedire il regolare svolgersi delle attività previste dall’accordo contrattuale.
Ultimo accorgimento riguarda le spedizioni delle merci. In questo periodo infatti la circolazione delle merci, anche di quelle che non sono di prima necessità, è consentita. Tuttavia, alcuni corrieri potrebbero applicare delle limitazioni per alcune zone territoriali specifiche oppure dilazionare i tempi di consegna a causa di un incremento degli ordini o della riduzione del personale.
Ogni azienda è tenuta a consegnar all’acquirente i prodotti acquistati senza ritardi non giustificati e comunque entro trenta giorni dalla data in cui il contratto si è concluso. L’emergenza Covid-19 potrebbe rientrare tra le casistiche di ritardi non prevedibili, per cui potrebbe essere previsto un tempo ulteriore entro cui consegnare le merci. Tuttavia, è buona pratica farne tempestiva comunicazione a tutti i clienti se possibile prima dell’acquisto stesso.
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