L’emergenza Coronavirus, per contenere i contagi, ci ha costretti a praticare il distanziamento sociale, che ha ovviamente avuto un impatto considerevole anche sulla vita lavorativa.
Questo ha messo moltissime aziende davanti alla necessità di attivare il lavoro da remoto e di metterlo in pratica nell’immediato.
Lo smart working si è rivelato infatti un’ancora di salvezza per molte imprese, che attraverso pochi strumenti essenziali sono riuscite a consentire ai propri dipendenti di continuare a lavorare dalla propria abitazione, riuscendo quindi a non fermarsi del tutto e garantire una continuità operativa. E’ così che moltissime realtà si sono mobilitate verso un nuovo modo di lavorare, reso possibile grazie a nuovi strumenti che sfruttano le tecnologie digitali.
Il lavoro da casa è una modalità che è stata adottata, per necessità, da realtà imprenditoriali molto diverse tra loro. Tra i primi sicuramente a riuscire ad attivare lo smart working sono stati i lavoratori del settore IT, che vedeva il lavoro agile già attivo, seppur in modalità parziale, in alcune aziende del settore.
Tra le figure professionali coinvolte c’è anche quella dei developers. Ma sviluppatori e smart working sono due mondi compatibili? Se lo è chiesto Codemotion, che ha svolto una survey per provare a rispondere a questo quesito.
Codemotion è una piattaforma dedicata al mondo del coding che riunisce tutte le tipologie di sviluppatori mettendoli in relazione tra loro e con le tech community esistenti. Codemotion è a sua volta diventata una community a tutti gli effetti, a livello internazionale. E’ infatti uno dei punti di riferimento per i developers per aggiornamenti, notizie e temi specifici relativi al coding, ma anche di veri e propri eventi fisici internazionali dove vengono svolti seminari ed approfondimenti con gli esperti in fatto di coding.
I risultati della survey: come i developers percepiscono l’adozione dello smart working
Nel mese di marzo Codemotion ha coinvolto a livello internazionale gli sviluppatori, sia dipendenti che professionisti, per realizzare una survey che aveva l’obiettivo di comprendere come questa nuova modalità di lavoro imposta dall’emergenza Coronavirus ha impattato sul loro modus operandi e se questa avrà ripercussioni anche sul lavoro in futuro.
Prima tra le domande della survey era proprio Se l’emergenza che stiamo vivendo cambierà la vita degli sviluppatori nei mesi a venire. La risposta a questo primo quesito è stata unanime, con un 80% si risposte affermative. La seconda domanda era invece volta ad approfondire in che modo avrebbe impattato sul loro lavoro e anche qui la voce dei developers è stata unitaria in direzione di un incremento del lavoro da remoto.
Dalla ricerca emerge poi che i developers hanno percepito un primo momento di contrazione del mercato, ma sono convinti che ci sarà una ripresa nei prossimi mesi perchè probabilmente, sostengono i developers, ci sarà un incremento della richiesta di software developers.
La survey riporta anche che un 38% degli intervistati ritiene che l’emergenza Coronavirus poterà un impatto espansivo per il mercato del settore IT. Questo probabilmente anche in relazione al fatto che l’emergenza che stiamo vivendo oggi e che ci ha imposto di adottare in fretta nuove modalità di lavoro, cambierà il nostro modo di operare anche in futuro e le nuove tecnologie sicuramente sono un ingrediente essenziale per questo cambiamento.
Come cambieranno le professioni IT
Sicuramente la modalità dello smart working non scomparirà quando l’emergenza sanitaria sarà finalmente rientrata.
Questo perchè il lavoro da remoto porta dei vantaggi sia per le aziende che per i lavoratori, che vedono eliminati tempi e costi dello spostamento verso l’ufficio, ma anche una maggiore produttività grazie alla riduzione delle interferenze e una migliore organizzazione del lavoro e del tempo.
Questo anche grazie alla diffusione capillare e sempre più rapida delle nuove tecnologie, che sono ormai alla portata di tutti e permettono di veicolare nuovi strumenti di lavoro digitali. Sull’aspetto del lavoro da remoto c’è però una riflessione da fare: è importante, per poter sfruttare al meglio le possibilità di questa nuova modalità lavorativa, la differenza tra smart working e lavoro da casa.
Molte aziende hanno infatti replicato dalle abitazioni le stesse abitudini lavorative che caratterizzavano la vita in ufficio. Lo smart working prevede invece un rinnovamento del modus operandi, basato soprattutto non tanto sulla quantità di ore passate al lavoro ma soprattutto sul raggiungimento degli obiettivi. Lo smart working implica quindi un rinnovamento delle abitudini lavorative verso una modalità ancora più efficiente che prevede la riorganizzazione del tempo e degli orari a favore del raggiungimento dei risultati in maniera ottimale.
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