La fase di lockdown dovuta all’emergenza Coronavirus ha costretto le aziende e i lavoratori a sperimentare in maniera full-immersion la nuova modalità lavorativa dello smart working, che in questo particolare frangente è stata confinata tra le mura di casa.
Il remote working infatti, tradizionalmente, non prevede necessariamente di lavorare da casa, ma da qualsiasi luogo sia adatto a lavorare, quindi anche spazi di coworking, biblioteche, bar… e sì, anche l’ufficio.
Circa 2 milioni sono i lavoratori che in questi mesi hanno svolto il remote working.
Il lavoro agile ha infatti permesso a molte imprese, previa la dotazione degli strumenti minimi necessari, di poter continuare ad operare almeno in parte se non in toto.
Se da una parte l’attuazione improvvisa e a tempo pieno dello smart working ha rappresentato un vero e proprio scossone per molti lavoratori, che si sono ritrovati catapultati in una dimensione completamente diversa da quella solita e hanno dovuto riorganizzare le proprie abitudini lavorative, dall’altro lato, dopo un primo periodo di assestamento, molte risorse hanno iniziato ad apprezzare gli aspetti positivi del lavoro agile e non vorrebbero lasciarlo.
Lo smart working si è rivelato infatti, a dispetto di ogni diffidenza, una modalità di lavoro pratica e produttiva. Certo, alcuni aspetti devono ancora essere assestati e definiti, ma in generale è una modalità che si è rivelata per molti versi anche migliore rispetto al tradizionale lavoro in ufficio.
C’è anche da sottolineare il fatto che in questi mesi siamo stati costretti ad attuare il remote working in una modalità particolare a causa dell’emergenza, quindi tutti i giorni e sempre dalla propria abitazione. Lo smart working normalmente prevede invece la possibilità di scegliere anche momenti o giornate da trascorrere in ufficio, garantendo quindi anche una maggiore interazione di presenza con i colleghi, che è la componente che maggiormente è mancata ai lavoratori in questi mesi, nonostante gli strumenti di videoconferenza abbiano fornito la possibilità di incontrarsi e interagire almeno da remoto.
Durante la riapertura, alcune aziende hanno riaperto le porte dei propri uffici in modalità di smart working, per garantire la sicurezza dei propri collaboratori. A fronte quindi di un massimo di persone all’interno dei locali lavorativi, le risorse hanno potuto alternare il lavoro da casa e il lavoro in ufficio, sperimentando quindi il vero smart working. E c’è già chi afferma di non poter più fare a meno di questo connubio piacevole ed efficiente tra lavoro in ufficio e lavoro da remoto.
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