In attesa di indicazioni specifiche in merito alla ripresa dell’attività di alcune aziende a seguito del lockdown imposto dal Governo per il contenimento della diffusione del Coronavirus, alcune aziende si stanno organizzando per capire quali saranno le procedure da mettere in atto per consentire ai propri lavoratori di poter rientrare in sicurezza.
In questo contesto la domanda sorge spontanea: Coronavirus e ambienti di lavoro fisici sono due concetti che possono convivere? Sicuramente ci sono alcuni primi passi che possono essere svolti in questo senso. Certamente per un periodo di tempo la vita lavorativa come è stata vissuta fino ad ora andrà riprogrammata, ma questa esigenza potrebbe portare anche a una revisione delle abitudini lavorative in un’ottica più efficiente.
- Primo passo è sicuramente quello della sanificazione degli ambienti di lavoro. A questo proposito, il Governo si è già mosso in aiuto delle imprese attraverso una norma presente all’interno del DPCM emanato il 10 aprile 2020. Tra le diverse misure contenute nel decreto è presente anche un provvedimento che consente alle imprese che non possono ancora riattivare la propria attività produttiva di poter accedere ai locali della sede lavorativa per attività di comprovata necessità come attività di manutenzione, sorveglianza o appunto interventi di sanificazione. L’accesso agli ambienti di lavoro dovrà necessariamente essere autorizzato dalla Prefettura della provincia presso cui la sede lavorativa risiede e verrà seguito da controlli da parte delle Aziende Sanitarie Locali.
- In secondo luogo è importante informare preventivamente tutti i dipendenti delle procedure che l’azienda dovrà attivare per lo svolgimento del lavoro in sicurezza e dei comportamenti che i dipendenti stessi dovranno osservare una volta rientrati in sede. È utile quindi che l’azienda rediga un piano di rientro riportante la procedura interna per la gestione degli accessi.
E’ importante inoltre che tutti i lavoratori siano preparati circa le norme che dovranno applicare in prima persona per rispettare tutte le procedure preventive, come ad esempio l’obbligo di rimanere presso la propria abitazione in presenza di febbre o altri sintomi, l’impegno a rispettare tutte le disposizioni prescritte dalle Autorità e dallo stesso datore di lavoro per l’accesso in azienda. - Misure standard di contenimento del contagio: in attesa di ricevere da parte del Governo indicazioni più precise, le aziende possono sicuramente prevedere misure standard di contenimento preventivo del contagio attraverso la limitazione dei contatti tra i lavoratori.
Alcuni esempi:
– Favorire, in tutti i casi ove possibile, il mantenimento della modalità di lavoro dello smart working: questo permetterà di evitare l’affollamento in caso di ambienti di lavoro con spazi limitati, consentendo ai lavoratori che non possono lavorare da remoto di poter accedere ai locali in sicurezza.
– Evitare le occasioni di aggregazione come incontri per la pausa caffè o simili.
– Favorire con tutti gli strumenti a disposizione lo svolgimento in modalità remota delle riunioni
– Regolamentare l’accesso a tutti gli spazi di lavoro ma in particolare a quelli ristretti o che in condizioni normali prevedono l’aggregazione di persone come ad esempio le sale di ristorazione.
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